Un curioso documento che tocca in piccola parte il possedimento di Scorzarolo, induce a qualche osservazione intorno al mutarsi dei luoghi nel corso del tempo.
Si tratta, per quel che si è compreso, di un esposto presentato dal nobile Berardo Maggi di Cadignano contro i frati di S. Domenico che in quel tempo, siamo al 10 aprile 1769, stanno provvedendo alla ricostruzione del ponte sul rio Lusignolo sulla strada che collega Cadignano con Scorzarolo.
“Venendosi esposto dal nob: signor Berardo, e frattelli Maggi quondam nob: signor Orazio, che i Reuerendi PPadri del conuento di S. Domenico di questa città alli quali spetta mantenere il Ponte sopra la seriola detta l’ussignolo che ua agli Edefizj di detto conuento situati in Scorsarolo, in uece di rifabricare il Ponte stesso dalla piena delle acque distrutto nella maniera che era prima in linea retta della strada, che, andando da monte a mezzogiorno porta da Cadegnano a Scorsarolo a trauerso della quale scorre detta seriola, lo abbiano fatto costruere obliquamente con graue danno di detti nobb: Sigg.ri fratelli Maggi, e con euidente pericolo di coruzione dei loro beni laterali”
Chi si lamenta è Berardo Maggi, nobiluomo di Cadignano, da non confondere con il suo più famoso ed omonimo antenato Berardo, vescovo e signore di Brescia sul finire del XIII sec. Egli teme che nella ricostruzione del ponte possano derivare danni alle sue proprietà e chiede che il ponte sia ricostruito nella stessa posizione che aveva prima della distruzione.
Così veniamo a sapere che nel 1769 una grave piena del Lusignolo ebbe a distruggere completamente il ponte e che il manufatto prima di allora era costruito in modo che la strada, alla quale era asservito, potesse scavalcare la roggia in linea retta, senza alcuna deviazione dall’asse stradale.
La conferma della situazione precedente è data dalla ‘Tavola de li campi de RR PP in Scorzarolo – 1655’ di cui si è fatto cenno in un precedente articolo, ma da questa carta arriva anche la conferma che la strada proveniente da Cadignano proseguiva in linea retta ben oltre il ponte sul Lusignolo, e che il ponte stesso era realizzato per permettere appunto un andamento rettilineo della strada.
Oggi non è così e la differenza balza agli occhi: il ponte odierno si trova nel bel mezzo di una curva e la strada dalla parte di Verolavecchia si trova molto più vicina alla roggia di quanto non fosse in precedenza.
La trasposizione della ‘Tavola de li campi del 1655’ sulla ‘Carta Tecnica Regionale’ odierna svela la notevole differenza. Il tratteggio in rosso indica la verosimile posizione della strada per Cadignano, molto a sud rispetto alla strada attuale.
Per tornare all’esposto di Berardo Maggi, il documento prosegue con la richiesta che ‘il Reuerendo Padre Sindico di detto conuento’ si presenti personalmente a Cadignano entro tre giorni, per ‘ueder esser sentenziata la demolizione, del detto Ponte di nouo fabricato’. Chiede ‘inoltre tanto al detto Reuerendo Padre Sindico, quanto alli aggenti, o Fatori del suddetto Conuento’ che sia loro imposta l’interruzione immediata dei lavori, riservandosi di procedere criminalmente ‘ad arbitrio nostro’ in caso di non ottemperanza o di ulteriori danni.
Evidentemente la supplica non ha avuto esito favorevole.

Altre info sulla famiglia Maggi in:
http://www.enciclopediabresciana.it/enciclopedia/index.php?title=MAGGI,_de_Madio,_de_Madiis