(revisione/aggiornamento del 09/11/2024)
La scoperta risale al settembre 2019 allorché, dopo una forte pioggia, affiorò da un cumulo di terra proveniente dagli scavi del nuovo depuratore, una punta di lancia pressochè intatta. Il ritrovatore1, che chiese di rimanere anonimo, intuendo che potesse trattarsi di un reperto antico, volle averne la certezza consultando gli esperti del museo cittadino di Santa Giulia.
Il reperto venne subito riconosciuto come appartenente alla media età del bronzo (XII sec. a.C. circa) e del ritrovamento ne venne immediatamente informata la Soprintendenza Archeologica di Brescia che provvide qualche giorno dopo ad ordinare la sospensione temporanea degli scavi nell’area del cantiere e nelle aree immediatamente circostanti, pur consentendo la normale prosecuzione dei lavori fuoi terra.
Il successivo sopralluogo dei funzionari dell’ente preposto alla tutela del patrimonio archeologico evidenziò l’ormai irreparabile perdita del sito archeologico, completamente scavato in profondità. Non solo, durante l’ispezione nell’area immediatamente circostante il cantiere, vennero ritrovati, dagli stessi funzionari, frammenti di ceramica riconosciuti come dello stesso periodo del reperto principale2.
Il blocco degli scavi venne conseguentemente rimosso nei giorni successivi e i lavori di movimento terra poterono completarsi senza ulteriori intoppi.
Il reperto è stato definitivamente donato dal ritrovatore al museo di Santa Giulia di Brescia.
Il sito è noto come ‘Dosso Negrone‘ ed è citato nella Carta Archeologica della Lombardia come la ‘località tra via Gaggia e via Castellaro‘.
Nella toponomastica popolare verolese attuale non vi è un riferimento preciso, si ritrova solo ‘contrada del Dosso’ che corrisponde alla parte finale di via G. Gaggia, dall’incrocio con via S. Carlo Borromeo (dal ponte sulla roggia Mandrigola) fino al passaggio a livello.
La Carta Archeologica della Lombardia al foglio D71 (Leno) riporta due ritrovamenti di età preistorica nella zona di Verolanuova; il primo individua precisamente il luogo:
[49] – 1718. Verolanuova – Località tra via Gaggia e via Castellaro, ex dosso Negrone – Sito 196/002; foglio D7I: coord: 15848/50193.
Pianura, tra i fiumi Mella e Oglio. Reperti preistorici, rinvenimento fortuito. Area urbanizzata.
Materiali ceramici relativi ad una stazione preistorica – Commentari 1875; Pigorini 1875b, pp. 535-536; Bezzi Martini 1984, p. 56, n. 107.
[62] – 1719. Verolanuova – Località lungo le rive del fiume Strone – Sito 196/003; foglio D7I: coord: 1585/5019.
Pianura, tra i fiumi Mella e Oglio. Reperti preistorici, rinvenimento fortuito.
Due reperti bronzei – Commentari 1875, p. 34; Pigorini 1875b, pp. 535.
Nella raccolta dei Commentari dell’Ateneo di Brescia per l’anno 1875 :
[pag. 34] – Del sig. co. Andrea Pancera di Zoppola – Comune di Verolanuova.
Cultri di bronzo, trovati sulle sponde dello Strone.
[pag. 35] – Del socio sig. prof. Luigi Erra – Verolanuova (campo Dosso Negrone).
Alcuni oggetti di pietra. Anse e cocci di vasi. Specie di fusaiuole di terra cotta.
Altre notizie dall’età del bronzo nel bresciano:
http://www.archeologiamontichiari.it/scheda_sito.asp?id=30
http://www.museiarcheologici.net/index.php/it/component/content/article?id=15:museo-civico-archeologico-di-remedello